“Il mondo del calcio spesso è ipocrisia”. Chi conosce Gianni Formicola sa la caratura e la levatura morale dell’uomo, una persona che si distingue sempre per la sua cortesia e per il modo di approcciare la vita in maniera positiva, oltre ad essere un tecnico stimato di alta qualità che negli anni ha dimostrato le sue doti. Ieri un suo post su Facebook ha avuto un sapore amaro, una riflessione ad alta voce sul mondo del calcio, sul momento che sta attraversando e sui rapporti umani fatti di pseudo amicizie.
Gianni, ieri il tuo post ha colpito il segno. Vuoi spiegarcelo?
“Era un riflessione, non diretto a nessuno in particolare, sul mondo del calcio e sui rapporti umani. Quando sei sulla cresta dell’onda ti chiamano e mostrano interesse per te, quando sei dietro il palcoscenico non esisti più. Eppure sono le stesse persone che davanti ti fanno apprezzamenti, salvo poi scomparire quando non servi più”.
Possiamo dire che il mondo del calcio è ipocrita?
“Sì, assolutamente, è un mondo falso dove spesso le persone perbene hanno la peggio a discapito di chi si comporta in maniera falsa. E’ un sistema culturale del nostro calcio che danneggia il merito e che lede i rapporti personali”.
Dal punto di vista tecnico cosa pensi degli allenatori sponsor?
“Purtroppo è un fenomeno che esiste. Oggi per allenare serve essere amico degli amici, altrimenti è difficile ricevere telefonate. Il merito viene in secondo piano, la questione sponsor la intendo che per allenare si deve essere amico degli amici altrimenti sei tagliato fuori. Vedo allenatori, senza fare nomi, che non hanno particolari meriti eppure siedono in panchina mentre altri fanno bene e scompaiono. Prendi il caso di Maurizio Coppola che ha perso la D per un rigore beffardo e poi è fermo da un anno e al momento non ha ancora panchina. Ad onor del vero devo anche ammettere che siamo in esubero, le panchine non sono tante mentre gli allenatori sono numerosi e ogni anno ne escono di nuovi”.
Credi che assisteremo nuovamente alla mattanza di tecnici come l’anno scorso con percentuale altissime di esoneri?
“E’ probabile. Io credo che quando un presidente deve scegliere un allenatore deve conoscere la sua storia, è fondamentale. Ho vissuto questo errore sulla mia pelle quando sono stato mandato via dopo 5/6 partite, se il Mondragone avesse conosciuto la mia storia le cose sarebbero andate diversamente, invece si sono lasciati influenzare. Quello che ho vissuto io lo vivono anche gli altri colleghi senza contare un aspetto fondamentale…”.
Quale?
“Che dopo 2/3 giornate direttori e presidenti vengono bombardati di chiamate dagli allenatori che non allenano. Questo genera confusione nelle società, per due pareggi si infiamma la piazza, ma questo sistema di telefonare sottolineando i sacrifici dei presidenti e la scarsità dei risultati è un fenomeno squallido che genera solo esoneri. Ripeto, bisogna conoscere la storia di un tecnico, credo che si può parlare di esonero quando passano 10/12 giornate, non pochissimi turni, l’ho vissuto sulla mia pelle e non è possibile, a Mondragone sono stato penalizzato da un esonero repentino quando poi hanno cambiato 12 giocatori a dicembre e sono convinto che se avessi lavorato ci saremmo salvati lo stesso”.
Dal punto di vista personale cosa farai?
“Dopo la cocente delusione di Mondragone non posso più sbagliare, devo scegliere il progetto giusto per rilanciarmi, al di là della categoria. L’anno scorso ebbi maggiori contatti concreti, al momento sono sondaggi ma niente di concreto. Aspetto il progetto giusto che voglio valutare sotto tutti gli aspetti per capire cosa è meglio per me, c’è voglia di tornare a lavorare ma sarà fondamentale capire il tipo di progetto. Non è la categoria, arrivo da Volla dove abbiamo raggiunto ottimi risultati, è capire il progetto”.