Al Kennedy le contestazioni maggiori con il ritiro clamoroso del Procida. Ma anche a Cervinara e Monte di Procida animi tesi
Il sabato nero dei nostri fischietti. E’ successo di tutto sui nostri campi, con gli arbitri al centro di polemiche furenti che certamente non faranno dormire sonni tranquilli al designatore. Tre gare in particolare sotto indagine: Monte di Procida-Savoia, Cervinara-Sorrento e Neapolis-Procida, con quest’ultima che ha addirittura portato alla protesta clamorosa degli isolani di ritirarsi dal campionato. Sotto accusa gli arbitraggi di Diop a Cervinara, Esposito al Monte di Procida e Massaro ai Camaldoli, tre fischietti che improvvisamente diventano più famosi degli attori protagonisti del rettangolo di gioco. C’è qualcosa che non va, se siamo alla prima settimana di ottobre e già parte il tam tam arbitrale. Sicuramente c’è nervosismo, la protesta del Procida ha del clamoroso (sperando che rientri), ma in ogni caso serve maggiore tutela verso un calcio che è ormai semiprofessionistico. La classe arbitrale commette errori, è umano e le società devono avere tolleranza, ma i fischietti devono cercare di contenerli. Spesso diventano protagonisti assoluti come Diop, che dall’alto del suo ruolo a Cervinara non ne ha voluto sentire di ragioni perpretando una serie di er èrori. A Monte di Procida tante accuse e soprattutto quella di aver allungato il recupero fino al sesto minuto che ha permesso al Savoia di vincere. Al Kennedy è successo di tutto. Possibile che si protesti solo in un senso? Non crediamo, quindi bisogna immediatamente fermarsi e magari ragionare con i fischietti: la Var non c’è nel calcio minore, qualcuno sugli spalti la invoca, chissà un giorno lontano. Bisogna contenere gli errori e non far esplodere la rabbia delle società, d’altro canto le società devono essere tolleranti verso gli arbitri e non partire di quarta. E’ un momento delicato, questo sabato è un incendio sperando che qualcuno dall’alto faccia da pompiere. E domani si scende nuovamente in campo sperando in una domenica serena.