Il numero uno della società nerostellata chiarisce le voci riguardanti la possibile cessione del club spiegando i motivi che lo hanno spinto a valutare questa ipotesi
FRATTAMAGGIORE (NA) - In mattinata era circolata la voce di una possibile cessione del titolo della Frattese da parte del patron Rocco D’Errico. A Campania Football il numero uno nerostellato chiarisce la situazione, spiegando cosa c’è di vero dietro questa indiscrezione che riguarda l’attuale terza forza del campionato.
Si vocifera di una cessione da parte sua della Frattese, cosa c’è di vero?
Tanto, in queste ultime ore si sono avvicinate due cordate di imprenditori interessate a rilevare il titolo. Una ha a capo un noto imprenditore casertano che si è detto fortemente interessato poi c’è una cordata locale garantita anche dal nostro direttore Andrea Baldi. Sarò onesto al momento non ho ancora deciso, sono due acquirenti molto seri che hanno dato ottime garanzie per il futuro della società, però vorrei che il titolo passasse a quest’ultima per essere certo che resti in città, cederlo ad un imprenditore non frattese rischierebbe di lasciare Frattamaggiore senza calcio.
Quali motivazioni l’hanno spinta a valutare questa ipotesi?
Ci sono momenti storici in cui devi capire che bisogna fermarsi e decidere quali sono le priorità. Io prima di essere presidente della Frattese sono soprattutto un imprenditore che deve pensare al bene della sua azienda e dei suoi dipendenti. Purtroppo questa emergenza nazionale ci ha imposto di cessare ogni attività da fine febbraio e ora sono impegnatissimo a cercare di risolvere al meglio questa ingente questione. Per me è un onore essere il massimo dirigente della Frattese, di cui sono soprattutto tifoso, ma al momento devo pensare al dovere e non ho modo di poter pensare anche al piacere.
Quanto è pesata la sospensione dei campionati su questa decisione?
Ha inciso sicuramente tanto perché dovendo far fronte a questa situazione inaspettata tante cose sono cambiate nel giro di poco e ora bisogna adeguarsi sperando che quanto prima passi questo momento storico particolare.
Quanto pesa sulle società la sospensione del campionato?
Le dico subito che secondo me il campionato è terminato, questa è la mia idea. A prescindere da quale decisione verrà presa in lega sarà complicato ripartire anche perché non ci sono date certe e soprattutto non sappiamo come evolverà questo virus. Credo che questa sospensione abbia messo definitivamente fine a questa stagione.
Al momento della sospensione eravate terzi a cinque punti dalla seconda piazza ma a dodici punti dalla vetta, qual è il suo bilancio sulla stagione finora?
Siamo partiti sicuramente con il freno a mano tirato perché la finale dello scorso anno ha lasciato delle scorie però piano piano ci eravamo rimessi in corsa. Il mio bilancio resta altamente positivo perché sapevamo che quest’anno sarebbe stato diverso avendo davanti Afragolese e Puteolana, essere terzi è un piazzamento soddisfacente che rispetta in pieno i nostri obiettivi.
Potesse tornare indietro c’è qualcosa che non ripeterebbe?
Col senno di poi sarebbe facile dire cosa andava fatto e cosa no ma tutti i passaggi fatti sono stati dettati dal pensiero di essere giusti. Forse non mi sarei dovuto far condizionare da alcuni suggerimenti errati ricevuti ad inizio stagione ma la responsabilità è mia perché non dovevo cadere in tentazione.