Il caso Albanova sconvolge il calcio campano. Si è sempre parlato di errori arbitrali, di proteste veementi ma mai un presidente aveva messo in discussione la buonafede. Lo ha fatto Giuseppe Zippo in un lungo post su Facebook che è diventato subito virale. Come dargli torto? La sua stagione è nerissima per quel che concerne le giacchette nere, ieri è arrivata la ciliegina sulla torta. Il direttore di gara non ha ammesso l’errore tecnico, comminando la prima ammonizione a Sannino. Per Zippo non una ammonizione casuale, ma un atto di “vigliaccheria” anche consigliato per non gettare ombre sulla classe arbitrale e sulla “carriera” del signor Di Placido di Ariano Irpino. Giuseppe Zippo era straconvinto della buona fede del giovane arbitro, che a detta sua aveva ammesso a fine gara l’errore. Ieri la scoperta, resta il reclamo (e le polemiche) ma di ammissioni arbitrali nemmeno l’ombra e guardando il comunicato del Comitato c’è una ammonizione a Sannino che non è avvenuta durante il match, figlia di un cartellino scambiato. E ora come la mettiamo? Ci sono le immagini tv, inequivocabili, con anche precedenti in alta Italia dove sono state accolte. L’aspetto che fa maggior rabbia è il silenzio di tutta la classe arbitrale, in primis di Quartuccio. Sarebbe stato opportuno uscire con una dichiarazione, ammettere l’errore e andare avanti, un segno di civiltà e anche di buon costume, un segno di tempi che cambiano in tempo di Var. Invece, il feudalesimo di Quartuccio alimenta solo rancori, polemiche. Il match potrà anche essere ripetuto, c’è una giustizia che dovrà decidere e un iter preciso da rispettare, ma l’Aia e i suoi vertici hanno perso una occasione per essere più vicini ai club. Ci aspettiamo dal Palazzo una presa di distanza, ci aspettiamo una vicinanza ai club come ha più volte sottolineato il presidente Zigarelli e la sua governance. Dispiace per il Casoria, vittima inconsapevole di un sistema in cui viene travolto, ma come ha scritto Zippo oggi a te, domani a me. Ed ha ragione, bisogna indignarsi di fronte a queste prese di potere arcaiche, anzi noi andiamo oltre, non bisogna sottacere ma chiedere la testa di chi sbaglia. Non bisogna più pensare che esistono intoccabili e si può fare qualsiasi cosa ai club, Albanova-Casoria è la pietra della vergogna, ci aspettiamo un passo indietro, c’è tempo, basta fare un mea culpa, altrimenti si fanno brutte figure. Egregio Quartuccio, in tempo di Var siamo al medioevo, rimediamo e andiamo avanti, il calcio campano chiede giustizia e sono tutte vittime, anche il povero Casoria che ha sudato e lottato sul campo.