Questa settimana ci troviamo nella città di Giordano Bruno: abbiamo sentito Giuseppe Gioventù, terzino classe ’99 in forza alla compagine bianconera guidata da mister Stefano Liquidato. Rientrato da poco da un infortunio che lo ha tenuto fermo per tre partite, il terzino è pronto a scendere nella finalissima di Coppa Italia contro il Savoia

È arrivato solo in questa stagione a Nola, ma ha saputo ritagliarsi spazio in campo con Cusano prima e Liquidato dopo a colpi di personalità. Gioventù, terzino diciottenne nato a Caserta, ha iniziato a giocare nel settore giovanile della Juve Stabia per poi passare ai falchetti rossoblu per tre anni, dove è arrivato all’esordio in prima squadra in amichevole contro l’Avellino nel gennaio dello scorso anno. Un evento che ricorderà con piacere nel corso dell’intervista. Ad agosto 2017 è stato ceduto in prestito ai bianconeri dove si è guadagnato una maglia da titolare e la stima dei tifosi, totalizzando ventisei presenze tra campionato e coppa sulla fascia destra del campo.

L’inizio campionato del Nola non è stato tra i migliori. A ottobre c’è stato l’arrivo in panchina di mister Liquidato. Cosa è cambiato dopo l’approdo del nuovo tecnico?

“L’arrivo di mister Liquidato ha dato alla squadra quel qualcosa in più che mancava ad inizio campionato. Ha saputo trasmetterci trame e metodi di gioco e tanta, tanta voglia di dare sempre il massimo in campo. Ad inizio stagione non eravamo nemmeno nella condizione fisica giusta e ne risentivamo molto. Penso che il mister sia uno dei pochi che faccia giocare un ottimo calcio in queste categorie. È un perfezionista del gioco, anche se una piccola cosa non va bene, lui fa di tutto per renderla perfetta”.

All’interno dello spogliatoio della vostra squadra c’è molta armonia e compattezza. Com’è il tuo rapporto con gli altri, anche più grandi ed esperti e quanto è importante, quando si scende in campo, avere uno spogliatoio così unito alle spalle?

“Hai ragione! Nel nostro spogliatoio c’è molta armonia ma soprattutto tanta “ignoranza”. Tutto ciò ci ha aiutato molto nei momenti difficili, ovvero essere positivi nonostante tutto. Per fortuna ho un buon rapporto con tutti gli “over”, sono ragazzi con cui puoi avere un dialogo sia umano che professionale, sono sempre pronti a dare consigli e ad orientarti sulla giusta strada. Avendo vissuto in uno spogliatoio professionista (Casertana, ndr) non pensavo che si potesse creare un rapporto così con i più grandi. Mi sono ricreduto e ne sono contento. Mi sento sicurissimo anche quando scendo in campo ad avere ragazzi così alle spalle, trasmettono tranquillità e ti danno quella voglia e quella carica in più che serve soprattutto a chi, come me, è giovane”.

Domani c’è una gara importante e molto sentita come la finale di Coppa Italia Dilettanti regionale. Questa partita può rappresentare un crocevia importante per la vostra stagione. Quali sono le sensazioni alla vigilia di questo appuntamento che attirerà tutte le attenzioni del calcio dilettantistico campano?

“Domani andremo ad affrontare la squadra più forte della Campania a mio avviso. Sarà un po’ come “Davide contro Golia”, ma sappiamo tutti come andò a finire. È una partita molto sentita in città, si respira quell’entusiasmo che ti dà la carica per affrontare in modo diverso la sfida. Bisogna ringraziare la nuova società che fa tanto per noi, ci mette nelle migliori condizioni per allenarci e affrontare al meglio le partite, compresa questa finale. Domani ci saranno molte persone, sia tifosi che addetti ai lavori allo stadio di Pagani. Sappiamo tutti anche la grande tifoseria che ha il Savoia, sarà una vera e propria bolgia e questo mi dà una carica in più. Anche i nostri tifosi non sono da meno e si faranno sentire sicuramente sugli spalti, saranno il nostro dodicesimo uomo in campo. Vorrei cogliere l’occasione per ringraziarli perché mi hanno “adottato” e accolto bene nonostante gli attriti calcistici tra la mia città di origine e Nola. Farò il massimo per ripagarli”.

Seppur la breve carriera visto che sei giovanissimo, qual è la partita che ricordi con piacere o una partita magari in cui hai contribuito in modo importante alla vittoria, anche con un gol magari?

“L’esperienza più bella l’ho vissuta l’anno scorso, a gennaio, con l’esordio con la maglia della prima squadra della Casertana in un’amichevole ufficiale contro l’Avellino al “Pinto”. Giocare davanti al pubblico del tuo paese di origine è davvero un’emozione unica che qualsiasi calciatore vorrebbe provare in carriera”.

Concludiamo l’intervista con la consueta domanda sul futuro. Hai qualche obiettivo in particolare visti i tuoi trascorsi in squadre professionistiche oppure al momento oppure navighi a vista?

“Al momento studio, sto per diplomarmi e penso solo a giocare con questa maglia. In testa ho solo il Nola e a concludere nel migliore dei modi questa stagione. Cerco di cogliere l’attimo e vivere alla giornata. Poi, come dice la canzone, che sarà, sarà”.

A cura di Francesco Lanzetta