Il talentuoso attaccante beneventano cerca il riscatto dopo la difficile stagione vissuta in Irpinia divisa tra Virtus Avellino e Cervinara
Benevento Una stagione difficile quella vissuta in Irpinia per Silvio D’Andrea (’94) attaccante. Il giovane, originario di Benevento, nell’ultima stagione si è diviso tra Virtus Avellino (fino a dicembre) e Audax Cervinara (da dicembre ad aprile) vivendo due esperienze senza particolari acuti. A Campania Football l’ex San Giorgio analizza la sua annata particolare.
La tua ultima stagione è stata divisa tra Virtus Avellino e Audax Cervinara. Quale bilancio hai tracciato dell’annata in Irpinia?
Una stagione da dimenticare dal punto di vista realizzativo, per i pochi minuti giocati e anche economico. Riguardo la prima parte di stagione alla Virtus, credo che ci siano stati tanti errori di gestione che hanno reso la stagione complicata. Nella seconda parte a Cervinara invece l’unica emozione è stata la vittoria della Coppa Italia, battendo una vera e propria corazzata dopo una spettacolare rimonta in semifinale sull’Agropoli. La vittoria in Coppa però non ha cancellato il rammarico per non aver vinto il girone, sono sicuro che con una società solida alle spalle sarebbe stato tutto diverso.
Dopo l’esplosione al Paolisi hai avuto un’ottima esperienza al San Giorgio in Eccellenza che ti valse la chiamata alla Correggese (Serie D) poi quest’anno c’è stato il brusco calo. Quali i motivi dello scarso impiego, fiducia o altro?
A Paolisi è stato un anno molto bello, soprattutto con il grande mister Facchino che reputo un fratello maggiore, sotto la sua guida non potevo che fare bene. A San Giorgio sono “esploso” facendo 15 goal in un girone di ferro e arrivando a disputare la finale per la Serie D contro una corazzata come l’Altamura. L’esperienza al nord mi ha fatto crescere ma essendo la prima in D era normale non trovare molto spazio. Purtroppo io non sono stato paziente e invece di attendere il mio momento, ho preferito tornare in Campania chiudendo la stagione alla Virtus Avellino, arrivando a nove reti sfiorando la qualificazione ai playoff. Tornando all’ultima stagione credo che le colpe siano equamente divise tra me, che ho preso sottogamba gli impegni, e le società che hanno fatto scelte decisamente discutibili.
Facchino è stata una figura fondamentale nella tua prima parte di carriera sia a livello giovanile sia in prima squadra. Se ti arrivasse una chiamata da lui per portarti al Puglianello, neopromosso in Promozione, accetteresti?
Al mister non potrei mai dire di no, per Facchino disputerei qualsiasi categoria. È un grandissimo allenatore e soprattutto una bella persona ma per ora tra di noi non c’è stato alcun contatto.
Vieni da una stagione difficile sottolineando che le colpe non sono state solo tue, la prossima deve essere quella del rilancio. Cosa vuoi dire a chi ha intenzione di proporti un ingaggio?
In vista del prossimo campionato cerco un progetto che mi faccia sentire importante e mi possa permettere di tornare quello ammirato fino a due stagioni fa. Voglio dimostrare che le esperienze a Paolisi, San Giorgio e alla Virtus non sono state solo un caso. Ho una gran voglia di ricominciare e tornare a fare quello che che mi viene meglio cioè i gol e vincere.