Il direttore dell’Aversa Normanna ritornato alla base nell’ultimissima parte di stagione, parla in anteprima dopo la sconfitta di Torre del Greco e la retrocessione in Eccellenza. Diversi i temi affrontati dalle assenze importanti, al futuro del club e della volontà di ripartire in granata.
AVERSA (CE) – A distanza di due giorni dalla retrocessione in Eccellenza a prendere parola in casa Aversa Normanna è il direttore Michele Orabona, storica figura del club granata che da diversi anni ha affiancato patron Spezzaferri per la crescita soprattutto del settore giovanile.
Direttore l’Aversa domenica al Liguori è crollata sotto i colpi della Turris senza riuscire a reagire di fronte alla foga degli avversari. E’ d’accordo con questa analisi?
“Sono d’accordo facendo una premessa – inizia Orabona -; la Turris non è una squadra che doveva stare in quella posizione di classifica, se prendiamo i punti di penalizzazione e i valori della squadra poteva ambire ai play off. Era quella da evitare in questa fase play out. Ci hanno dominati. L’aspetto importante da segnalare al di là della prestazione si sono sentite le assenze di Romano e Giacobbe, i nostri giocatori esperti mai avuti pienamente a disposizione dal mio arrivo con Agovino. Ho trovato dei giovani di valore ma non abituati da queste tipo di partite”.
Durante la stagione si è parlato troppo spesso dei botta e risposta tra Spezzaferri e Corvino, crede che questo aspetto abbia influito sull’esito della retrocessione?
“Quello che ti posso dire da quando sono rientrato ad Aversa, forse sarà stata la mia figura – puntualizza Orabona, ndr – ho trovato un’unità di intenti. E’ stata un’esperienza positiva senza farmi mancare niente né a me né ai ragazzi. Ho trovato grande disponibilità dalla proprietà e dal Presidente Corvino. La colpa della retrocessione è di tutti, da chi ha iniziato, ai calciatori compreso me che ho concluso”.
Adesso c’è da capire quale sarà il futuro dell’Aversa, lei che sensazioni ha?
“Innanzitutto Spezzaferri ha fatto grandi sacrifici, Aversa merita una squadra importante, quindi bisogna ripartite con entusiasmo e voglia di fare bene. Spezzaferri è il proprietario dell’Aversa in base alle sinergie, si deve ripartite con un’organizzazione di Serie D per un’eventuale ripescaggio. L’Aversa ha bisogno di uno Stadio, per una questione di senso di appartenenza, allenarsi e giocare a Trentola non è come sentirsi a casa”.
Quindi ci sta dicendo che sarà presentata la domanda di ripescaggio?
“L’Aversa ha tutti i requisiti per presentare una domanda di ripescaggio, ma deve essere fatta quando ci saranno i presupposti per farlo ed intendo organizzazione di un progetto importante. Per il ripescaggio abbiamo buone chance, l’Aversa negli ultimi 3 anni ha ottenuto buoni risultati con i giovani facendo esordire anche in Serie A giocatori come Volpicelli col Benevento, abbiamo molti giocatori in Lega Pro”.
Il pubblico ha abbandonato questa squadra, poco seguito in questa stagione, al Liguori c’erano circa una trentina di tifosi, quali sono le cause di questo allontanamento?
“Il campo è fondamentale il campo anche i risultati sportivi non hanno reso possibile la presenza di molte persone allo stadio. Tolta questa frangia di tifosi che sin dall’inizio hanno preferito allontanarsi, il calcio è uno spettacolo, quando lo spettacolo non c’è mancano anche gli spettatori”.
La sua stagione è stata abbastanza altalenante, in estate la separazione dal club dopo 5 anni, per poi il ritorno nelle battute finali.
“Aversa è la mia città, quando sono stato chiamato non ho esitato a dare il mio contributo. Ci ho messo la faccia, potevo acquisire un ruolo dietro le quinte, ma non l’ho voluto accettare. Ero convinto come lo sono ancora tuttora che abbiamo una buona squadra, ho l’energia per poter ripartire. Il mio futuro è un progetto serio, importante, con i giovani e di almeno 2 o 3 anni”.
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