Il diesse del Nola ed ex capitano azzurro tra amarcord e progetti futuri

NAPOLI - L’ospite di giornata di Campania football live: Francesco Montervino, tarantino di nascita e partenopeo d’adozione.

– Sorrentino: «Francesco, buonasera. Partiamo subito con una domanda strettamente calcistica: tu, ex calciatore di alto livello, perché hai scelto la scrivania e non il campo?»
– Montervino: «Nel 2010 ho preso il patentino UEFA B. Poi nel 2014, durante il mio ultimo anno da calciatore, decisi di intraprendere la carriera da dirigente. Devo essere onesto: è la cosa che preferisco fare. Mi piace curare tutti gli aspetti gestionali: la gestione del personale e della squadra, mi piace rapportarmi quotidianamente con il tecnico mettendo a disposizione la mia esperienza».
– Sorrentino: «Che tipo di allenatore è Gianluca Esposito? Potrà fare carriera?»
– Montervino: «Gianluca è una persona di grandi princìpi, ha una forte personalità e non scende mai a compromessi. Io credo che possa fare grandi cose. Quest’anno ho voluto che lui facesse esclusivamente il tecnico, e credo che questo scarico di responsabilità sia stato un vantaggio per lui».

– Sorrentino: «Quale squadra campana ti ha impressionato di più nel tuo girone?»
– Montervino: «Guarda, il Savoia pur non esprimendo un calcio spettacolare è sicuramente la più forte come collettivo. È una squadra estremamente pragmatica e rispecchia molto il credo del suo tecnico, a mio avviso uno dei migliori della categoria».

– Sorrentino: «Dalla chat ci segnalano un tuo assist in Napoli Milan finito 3 a 1».
– Montervino: «Lancio di esterno destro di El Pampa Sosa, poi il mio dribbling e cross di sinistro e infine il gol di testa di Garics: la fine del calcio».

– Sorrentino: «Perchè nella dirigenza attuale del Napoli manca una bandiera come Montervino?»
– Montervino: «È una domanda da fare alla società. Il mio rapporto con il presidente De Laurentiis è ottimo, tra l’altro collaboro con la cantera del Napoli, progetto voluto fortemente da Edo De Laurentiis. Tornando alla domanda: penso sia una strategia aziendale voluta. Poi un domani chissà».