Il tecnico di Baiano analizza il perché del l'esonero e spiega tutte le difficoltà del girone H

Una settimana dopo, Stefano Liquidato è tornato a parlare di Nola e di calcio intervenendo per Campania Football. Un lavoro, un amore durato tredici mesi vissuti H24 a sostenere la causa bianconera in ogni modo e in ogni dove. Tanti bei risultati, una finale di Coppa Italia e di Play Off Regionali. E pensare che quando era stato chiamato in causa, il Nola era penultimo nel girone B di Eccellenza. Cosa manca però al tecnico, dopo l’esonero? “Mi manca la quotidianità, il campo. Mi manca l’impostazione della vita che avevo fino a otto giorni fa. Il mio lavoro e quello degli allenatori in generale è così. Ognuno sa che nel momento in cui hai intrapreso questo mestiere, che tra le possibilità c’è l’esonero. Se lo riesci a capire, l’esonero fa meno male di come sembra. A Nola, non sono riuscito a mettere il cemento alla panchina. Lo dico sempre, ogni panchina ha le rotelle, se riusciamo a cementare la panchina a terra bene, sennò rotelle ti portano via“. Il tecnico di Baiano spiega anche, a suo avviso, quali sono stati i motivi dell’esonero dopo appena sei giornate di serie D. “Mi hanno condannato i numeri – spiega Liquidato – e quando una società li vede, decide se mandare o meno un tecnico. Il Nola Società, che ha tutta la mia stima per il progetto che sta portando avanti con grosso sacrificio, ha giustamente deciso per il cambio, soprattutto per cercare di dare una sveglia alla squadra”. Tuttavia, trattasi di esonero per l’appunto e non di dimissioni. Il Nola quindi, teoricamente, potrebbe un giorno, nella stagione corrente ovviamente, decidere di richiamare Liquidato sulla panchina dei bruniani. Al pensiero, però Liquidato si stupisce quasi: “Non lo so, credimi – continua il mister, preso quasi alla sprovvista -. Sono molto schietto, è una prerogativa a cui non ci ho pensato proprio. In questo momento, ho solo realizzato che non sono più l’allenatore del Nola. Non ci voglio pensare, venire privati di un lavoro che uno fa nel miglior modo possibile, già non è bello. Al momento, sto seguendo delle partite in attesa del prossimo anno. Auguro al Nola le migliori fortune, così come al nuovo tecnico. Sono il primo tifoso del Nola, sono stato il primo assieme alla società a credere nel progetto Nola facendo tanti sacrifici“. Il discorso passa poi al girone, quello H, che a detta di tutti gli addetti ai lavori è quello più difficile degli otto. Mister Liquidato però ha da aggiungere qualcosa. “La cosa più strana di questo girone è che anche l’ultima può vincere contro la prima. È vero ci sono corazzate, ma non ci sono match scontati. Basta guardare l’Andria che si impone a Taranto, ciò ti fa capire che nessuno ammazzerà il girone e ci saranno quattro-cinque squadre che lotteranno per vincere. Dalla sesta in poi, sarà bagarre per avere un posto al sole. Da dicembre, inizierà un altro campionato, l’Interregionale bis, con le società che si adopereranno sul mercato“. In conclusione, c’è qualche rammarico o qualcosa che non rifarebbe per salvaguardare la sua panchina al Nola? “Rifarei tutto – risponde in maniera secca Mister Liquidato -. Sono arrivato a Nola a ottobre con la squadra penultima in classifica in Eccellenza, insieme alla società e ai calciatori abbiamo fatto una cavalcata. Ho lasciato questa realtà ora nella situazione della scorsa stagione, ma in una categoria superiore. Questa per me è una cosa che mi riempie di orgoglio.  E penso che è grazie a quei risultati che abbiamo maturato della scorsa stagione che il Nola abbia deciso di investire per prendere un titolo di Serie D. Il mio unico rammarico è stato quello di non aver fatto risultati importanti sul finire del periodo”.