Il numero 1 del Puglianello, entusiasta della nuova avventura, elogia i dirigenti del Puglianello e fissa gli obiettivi di stagione. 

PUGLIANELLO (BN) – Angelo De Filippo, pochi giorni fa, è diventato ufficialmente Presidente della Polisportiva Puglianello. Grazie alla fusione tra Polisportiva Volturno e Puglianello, il neo team biancoazzurro conserva la Prima Categoria e anzi rilancia avendo, col Presidente De Filippo, gettato le basi per un futuro importantanto. È lo stesso numero uno del Puglianello, che fino al 30 giugno è stato Presidente dell’Amorosi, a raccontarci l’emozione per questa nuova esperienza: “E’un sogno che diventa realtà – racconta De Filippo – Un desiderio che mi ero prefissato ad inizio anno, quando ho fatto Presidente dell’Amorosi, quello che avrei fatto calcio con Carboni e Panara”. Ad Amorosi, però, De Filippo non ha fatto bene. Nella sua prima esperienza da Presidente, infatti, l’avventura calcistica si è chiusa con una mesta retrocessione. Lo stesso De Filippo ci spiega che “è stato un anno disastroso, che mi è servito da esperienza”. I motivi? “Personalmente non scendo a patti o mi faccio ricattare dai giocatori, ho preferito quindi retrocedere che stare alle loro cose. C’è stato inoltre qualche dirigente che è venuto meno, sponsor locali che hanno promesso soldi e non li hanno portati. Se dovevo essere l’unico fesso, mentre le persone del posto non se ne fregavano, ho preferito non investire più in quel progetto che all’inizio mi aveva dato tanta passione”. Addio all’Amorosi e subito dopo nuova esperienza al Puglianello. A spingerlo verso questa realtà sono state “le persone serie che mantengono le parole, persone come Panaro e Carbone che, ripeto, sono seri e rispettosi. Poi abbiamo una struttura sportiva a Puglianello che non ha rivali”. Il numero uno della squadra puglianese svela infine i progetti della neonata società: “L’obiettivo è dare vita ad un progetto a medio – lungo termine. Quest’anno punteremo ai Play Off, obiettivo che credo sia alla nostra portata, poi è chiaro che il primo anno è sempre particolare. Il classico anno da assestamento”.

Redazione