Le dichiarazioni del tecnico azzurro fra presente e futuro
PORTICI (NA) - Veni, Vidi, Vici. Si può riassumere così l’effetto sortito da Carmelo Condemi, tecnico autore della salvezza del Portici in Serie D. L’allenatore calabrese, con ben 15 punti raccolti in 6 gare è stato il principale artefice per quanto riguarda il mantenimento di categoria dei vesuviani. Condemi però schiva i complimenti, e con grande umiltà li gira alla società, alla città, ma soprattutto ai giocatori, vero artefici a suo dire di questa impresa sportiva. In un intervista rilasciata alla nostra testata il tecnico del Portici ci racconta questa grande cavalcata.
Mister dal suo arrivo 15 punti che hanno consentito alla squadra di salvarsi, è riuscito in un’altra impresa.
È stato un traguardo meritato. La squadra, la città ma soprattutto i miei giocatori meritavano questo traguardo dopo un campionato con così tante sofferenze. Ho accettato Portici perché io amo mettermi in gioco. Le sfide sono la benzina che alimenta la mia passione e a Portici è stata fatta un impresa degna di quelle del passato. C’è chi non avrebbe accettato di allenare una squadra in questa situazione, ma questa è una piazza che merita questa categoria e così come accaduto in passato a Battipaglia, Castrovillari e in altri contesti, siamo riusciti ad ottenere una salvezza fondamentale.
Che squadra ha trovato al suo arrivo? Che tipo di lavoro è stato fatto?
Il lavoro per me è tutto. Nella mia carriera da allenatore sono sempre stato abituato a parlare con i fatti e non avevo altra maniera di tirarci fuori da questa situazione se non con il duro lavoro. Io sono un tuttofare, ho curato la parte atletica ma la cosa più importante su cui mettere mano era l’aspettò mentale. Ho trovato una squadra mortificata e con poca fiducia in se stessa, ma che mi ha dato sin da subito grande disponibilità. Vedevo delle potenzialità e a dispetto di quello che è stato detto questa squadra si è dimostrata valida negli uomini. Il merito della costruzione della rosa va al DS Alessandro Amarante, che durante questa stagione è stato duramente attaccato, ma alla fine ancora una volta ha dimostrato che i giocatori che avevamo non erano dei brocchi. Ringrazio il mio staff, tutto, dal preparatore dei portieri, al team manager e lo staff medico fino ad arrivare al custode dello stadio. Siamo stati tutti parte di un qualcosa di grande.
Come l’è parso l’ambiente?
Ho trovato un ambiente stimolante. La società mi ha voluto fortemente e la ringrazio per avermi concesso questa opportunità. Portici è una città elegante che merita questa categoria. Sin dal mio i tifosi hanno apprezzato il mio arrivo e sono molto grato anche a loro. Ho ricevuto tanti messaggi di stima e affetto ma giro tutti i complimenti alla squadra. Sono loro che sono scesi in campo e a me fa molto piacere ricevere complimenti dalla tifoseria che nonostante il COVID-19 c’è stata sempre vicino non facendoci mai mancare il suo supporto.
Chi l’ha impressionata di più fra i giocatori?
Ho trovato un gruppo davvero molto valido. Giro ancora i complimenti al direttore per aver messo su questa squadra e devo dire che il reparto dei giocatori giovani mi ha ben impressionato. Su tutti il nostro portierino Spina secondo me ha le qualità per emergere, deve migliorare moltissimo ma intravedo in lui del potenziale.
Resterà?
Il mio lavoro qui non è ancora finito. C’è ancora una partita a Brindisi da giocare e possiamo ancora toglierci delle soddisfazioni. Al termine del campionato io e la società ci siederemo a parlare del futuro. Portici è una città in cui mi trovo bene e bisogna programmare un futuro di un certo tipo. Non sono un allenatore che scende a compromessi, spesso per il mio caratteraccio (ride, ndr) ho avuto delle difficoltà ma è sempre bene chiarirsi per evitare problemi futuri. Questa piazza merita tanto e se io dovessi restare ci sarà bisogno di allestire una rosa che ci consenta di salvarci in anticipo e magari anche toglierci delle soddisfazioni.