C’è grande attesa per la sfida di domenica al “Renzo Barbera” tra Palermo e Savoia, le due formazioni si ritrovano dopo 18 anni, l’ultima sfida risale al campionato di Serie C1 girone B 2000/2001 (1-0 per i rosanero con gol di Massimiliano Cappioli, ndr). Nella mente dei tifosi biancoscudati però resta indelebile la doppia semifinale playoff valevole per l’accesso alla finale per la Serie B della stagione 1998/99 quando a prevalere furono gli oplontini che si imposero in Sicilia, per 0-1, con un goal di Cristian Masitto.
A Campania Football l’ex attaccante dei bianchi rivive con emozione quella gara: “Ricordo con grande piacere quella gara perché sapevamo che loro erano politicamente più forti di noi. Avevamo già vinto l’andata al “San Paolo” ed eravamo consapevoli che in Sicilia ci attendeva una dura battaglia”. Gara decisa da un suo gol: “Fu molto semplice insaccare quel pallone, perché ricordo che Sasà (Salvatore Ambrosino, attuale tecnico dell’Afro Napoli United, ndr) per tutta la settimana era in grande forma e metteva sempre dei cross invitanti. Memore degli allenamenti io attaccai il secondo palo e con buona coordinazione e un pizzico di fortuna riuscii ad impattare perfettamente il pallone e a fare gol”.
Una rete realizzata anche grazie alla spinta dei tifosi: “Se sono riuscito a fare quel gol è anche grazie a loro, ricordo che ci diedero una spinta incredibile e a mandare quel pallone oltre il portiere fu un’intera città che voleva a tutti i costi la vittoria”. Tifosi protagonisti fino alla fine di quella partita: “Fu una grande gioia festeggiare insieme sotto al settore ospiti, ci fornirono un’energia fondamentale. La gara si inasprì e ci furono espulsioni, sospensione di gara e falli a ripetizione ma nonostante tutto grazie al loro sostegno riuscimmo a resistere e portare a casa una grande vittoria”.
Un’esperienza, quella al Savoia, rimasta nel cuore: “Sono contento sia tornata questa gara perché ha aperto il mio libro dei ricordi. Seguo sempre il Savoia, è una società che mi è rimasta dentro e in qualsiasi città vado ad allenare parlo sempre di questa squadra”. Giocare al sud dà emozioni particolari: “Credo che nella propria carriera tutti i calciatori dovrebbero giocare almeno un paio di stagioni al sud perché è un’esperienza formativa che ti permette di vivere atmosfere uniche, come sentire il silenzio assordante del “Barbera” e il settore ospiti esplodere come fossimo a Torre Annunziata, il ricordo più bello della mia vita!”