Chiosa anche sul futuro: “No al Portici, volevo essere il loro Nedved, a fine anno vedremo dove saremo e parlerò serenamente con la società”

“Mi ispiro a Sarri e Guardiola”. E’ l’uomo del momento, quello delle grandi imprese, Savio Sarnataro, il tecnico capace di vincere per ben due volte i play off contro ogni pronostico, che domenica ha fatto piangere una città intera sciorinando una prestazione incredibile e portando il San Giorgio alle fasi nazionali. E sabato al Paudice arriva il Lagonegro, nel primo round di un doppio confronto che si preannuncia entusiasmante.

Mister, la squadra come sta? Mancano due giorni al match casalingo…

“Noi stiamo bene sia mentalmente che fisicamente, mi preoccupano le asenze, che sono tante, abbiamo dovuto richiamare i ragazzi della juniores che sono fermi da un mese. Spero di recuperare Vitagliano almeno per la panchina”.

Affrontante una formazione zeppa di campani, che voci di popolo dicono essere una signora squadra

“Sì, è una compagine che ha fatto bene, molto pericolosa. Non segna tantissimo, ma me ne hanno parlato bene. Bisogna essere attenti e ragionare nell’ottica del doppio confronto”.

Un obiettivo per la gara di sabato?

“Non prendere gol, firmerei immediatamente. Anche uno 0-0 potrebbe andare bene, chiaramente vogliamo vincere ma è fondamentale mantenere la porta inviolata”.

E’ il secondo anno che fate i play off, vedi la squadra meglio adesso o lo scorso anno?

“Adesso sicuramente, stiamo decisamente meglio. L’anno scorso siamo arrivati un po’ scarichi fisicamente, adesso mi preoccupano le assenze per sabato ma i ragazzi stanno benissimo”.

Facciamo chiarezza anche su una affermazione del dopo Giraud: il non vogliamo andare in serie D che ha lasciato tutti perplessi…

“Il concetto è stato completamente travisato. Questi discorsi in primis spettano alla società, io come allenatore voglio vincere tutte le partite. Intendevo semplicemente di pensare partita dopo partita e non guardare troppo oltre, Non era nei nostri programmi la D, ma siamo qua e ce la giochiamo alla grande, consapevoli di voler regalare un sogno ai nostri tifosi”.

Tornando alla gara con il Savoia, quello che ha colpito è stato l’aspetto scientifico della preparazione, come una partita a scacchi…

“Si, tutto era preparato. Con l’Afragolese avevo immaginato 4 tempi da trenta minuti, con il Savoia avevamo programmato così, partenza lenta, ultimi 15 minuti del primo tempo veloci, poi 60 di assalto e supplementari dove sapevamo di essere più freschi. Io e i miei collaboratori non lasciamo niente di intentato, facciamo tutto con metodologia”.

 

Nel tuo San Giorgio quanto è importante Ioio?

“Fondamentale, cambia gli equilibri, un giocatore che volevo già a settembre, fortunatamente è qua adesso. Ma anche Capece che fa ripartire l’azione e con i piedi è fenomale”. 

Sarnataro allenatore ha un curriculum spaventoso, ma quanto credi in te stesso e a chi ti ispiri?

“Ho un conflitto interiore quotidiano tra il sogno di arrivare e la vita di tutti i giorni, ma sono giovane e spero di arrivare in alto. Mi ispiro a Sarri e Guardiola, credo che un match si possa vincere col palleggio facendo stancare l’avversario quasi come fosse un match di boxe. Adoro il calcio olandese, sono innamorato della scuola Ajax e vedo il calcio allo stesso modo”.

Una domanda sul futuro… In molti scommettono che l’anno prossimo vai a Portici…

“E’ una voce che circola, ma assolutamente falsa. Io e il Portici è stata una grande storia di amore, ma è un matrimonio finito. Sono porticese, lavoro là, ma non è nelle mie mire tornare. Avrei voluto essere il Nedved di Portici, lavorare con i giovani e costruire qualcosa per la mia città, non è stato possibile e non esistono i presupposti per tornare. Se me lo chiedessero al 99% direi di no”.

Dunque, l’anno prossimo ti vedremo nuovamente sulla panchina del San Giorgio?

“E’ presto per ogni discorso, ci sono play off da giocare, un obiettivo importante da conquistare, non sappiamo nemmeno la categoria che disputerà il San Giorgio. Questa è una società straordinaria, dove non ti manca niente e dove ho sempre sentito la fiducia di tutti e lavorato in autonomia e serenamente. Vediamo che succede, poi parlerò con il presidente e il futuro sarà più chiaro”.