Abbiamo ascoltato ai nostri microfoni il tecnico del Giugliano che ci ha introdotto quella che sarà la sfida di domenica, passando tra Corigliano e il Palermo che verrà
GIUGLIANO IN CAMPANIA - Mancano solo 3 giorni alla partita più calda e attesa per noi campani nel Girone I di Serie D. L’atmosfera inizia a farsi calda, e i tifosi si apprestano a colore di gialloblù e biancorosso i settori a loro delicati. Sold-out si preannuncia allo “Stadio Giraud” di Torre Annunziata, dove Giugliano e Savoia si affronteranno per la prossima giornata di campionato. Dopo Caso Naturale e Poziello, è la volta del tecnico giuglianese Massimo Agovino, un grandissimo allenatore che al primo anno di D con il Giugliano sta compiendo una grandissima cavalcata e impresa, con una squadra composta per lo più da calciatori che hanno sempre disputato campionati di Eccellenza, pur valendo categorie superiori. Il tecnico ha parlato ai nostri microfoni spiegando quella che sarà la sfida di domenica, passando dalla partita vinta con il Corigliano, fino ad arrivare alla sfida fra due domeniche con il Palermo.
Allora mister, facciamo un piccolo passo indietro, domenica c’è stata la sfida con il Corigliano, una squadra che a sorpresa vi ha messi un po’ in difficoltà ad inizio primo tempo, prima poi di vedersi sopraffare dalla vostra evidente superiorità tecnica. Ve lo aspettavate di trovare una squadra aperta piuttosto che una squadra chiusa a riccio?
“Noi sapevamo che questa è una partita difficile. La verità è che qualcuno non si ricorda che questa squadra, tre settimane fa, in casa, ha bloccato il Savoia sullo 0-0. Perciò questa è una gara che temevo seriamente. Considerato che venivamo dalla vittoria di Nola, avevamo un po’ di euforia in più, quindi il calo di tensione ci sta, quando affronti una squadra che sulla carta è decisamente inferiore, però la temevo. A sorpresa degli altri, ma non a sorpresa mia, domenica siamo andati sotto, poi per fortuna dopo 50 secondi abbiamo raggiunto il pari. Il resto, vuoi per la spinta dei tifosi, sull’entusiasmo in casa, sulla voglia di fare il gioco, abbiamo ribaltato la partita e abbiamo espresso sicuramente una delle migliori partite sotto l’aspetto del gioco”.
A tal proposito, come ha sottolineato poc’anzi, per la prima volta in stagione siete andati sotto in casa, nonostante ciò la squadra ha risposto subito dal punto di vista mentale e del gioco. Sei soddisfatto della reazione della squadra?
“Io un mese fa ho detto ai ragazzi che sono felice di quello che stanno facendo. Io faccio questo lavoro come una vera e propria professione, essendo il mio unico lavoro. Sono contento perché vedo la squadra fare le cose che gli chiedo, questo per un allenatore è il massimo. Vedo la squadra crescere tanto sotto l’aspetto tecnico-tattico, oltre quello fisico. Domenica abbiamo corso tanto, questo è sotto gli occhi di tutti. La cosa più importante, poi, è che noi stiamo bene dal punto di vista mentale, e credo che questa sia fondamentale per un calciatore, per poi trarne benefici dal punto di vista dei risultati. Dalle sconfitte si può imparare, ma le vittorie ti danno quell’entusiasmo che non ti danno le sconfitte, perché ti fa capire che le cose stanno venendo fatte bene”.
Ora arrivano i primi test duri. Possiamo dire che dopo queste due gare si potrà capire se il Giugliano è ormai una realtà affermata oppure bisogna tenersi con i piedi per terra come ha sempre sostenuto?
“Verissimo. Io faccio una mia personalissima analisi, io con i piedi per terra ci sto sia con le vittorie che con le sconfitte, però è un dato di fatto che da domenica si capirà realmente dove può arrivare questa squadra. Io volo basso, mi hanno chiesto una salvezza senza passare dai play-out. Il presidente Sestile mi disse “Divertiamoci!”, ed è quello che stiamo facendo. Tutta questa pressione non ce l’ho, è chiaro che l’appetito vien mangiando. Io affronterò queste due partite a cuor leggero. Il presidente del Savoia, in un’intervista, ha detto che non ha fatto una squadra per divertirsi, ma per competere con il Palermo. A me questo non è stato detto. A perdere non ci sto, a tal proposito prometto che daremo filo da torcere sia al Savoia che al Palermo, però lo faremo a cuor leggero”.
Lei che è sicuramente una delle persone più umili pur essendo una delle più meritevoli dell’intero panorama calcistico dilettantistico e forse anche non, continua ad arrabbiarsi per chi etichetta la sua squadra come una corazzata. Quanta pretattica c’è in questo? Visto che comunque la sua rosa pur vantando nomi di giocatori che hanno giocato in Eccellenza, sono comunque nomi che gli ultimi anni di Eccellenza hanno stracciato il campionato, vedi i vari Caso Naturale, Liccardo, Tarascio, Di Girolamo, oltre che giocatori che hanno vinto un campionato di D come Impagliazzo e De Vena.
“Ti ringrazio per le belle parole, innanzitutto. La verità è una: molti fanno finta di non capire. Voglio sottolineare che io non ho mai detto di avere una squadra di Eccellenza, come molti vogliono far passare rischiando di farmi litigare con i miei giocatori. Io la mia squadra la reputo la mia famiglia, e se litigo con loro è come se litigassi con la mia famiglia. La verità è che noi abbiamo una squadra di giocatori che hanno giocato sempre in Eccellenza, ma questo non vuol dire che siamo da Eccellenza. Anche io lo scorso anno ho fatto l’Eccellenza e ho vinto con il Giugliano, ma è pur vero che era la prima volta che ho fatto quella categoria. E’ un dato di fatto che quasi tutti lo scorso anno hanno fatto l’Eccellenza, ma onestamente non siamo fatti per quella categoria. Quindi dire che siamo da Eccellenza non è per mettere le mani avanti. Abbiamo fatto quei 4 acquisti per mantenere la categoria in maniera tranquilla. Ma per una piazza così importante veramente ci si aspettava che il Giugliano non facesse neanche 4 acquisti? Questo significava penare fino alla fine”.
Mennella sembrava ad un passo dall’addio per qualche prestazione sotto tono ad inizio stagione, ma per sua volontà è rimasto e ci ha puntato. Possiam dire che è la sua ennesima scommessa vincente?
“Su Mennella voglio prendermi tutti i meriti. C’era il mercato aperto e mi hanno parlato della possibilità di tesserare un altro terzino under, e con esperienza in D. Io ho chiesto se conoscessero quel calciatore, e a tal proposito ho chiesto esplicitamente di non mandare via Mennella, perché su di lui ci sono 4 mesi di lavoro alle spalle. Alla fine lo hanno mandato via, e per fortuna/sfortuna in quei giorni il ragazzo è stato male, con la febbre, e un accenno di depressione perché non si aspettava la cessione. Ne ho approfittato, ho chiamato io personalmente il padre e gli ho chiesto di fermare il figlio, esitare una settimana senza accettare offerte. Dopo quella settimana l’ho richiamato, l’ho fatto venire al campo, ci ho lavorato come un animale, e oggi questo è il risultato del mio lavoro. Una scommessa vincente”.
Crede che affrontare due squadre con la mente libera, e consapevoli che saranno gli avversari a dover cercare disperatamente i 3 punti sarà un vantaggio per i suoi ragazzi?
“Io mi auguro che senza questo assillo dei 3 punti, che deve avere il Palermo e il Savoia, la pressione sia tutta sulle loro spalle. Questo non vuol dire che faremo la vittima sacrificale, perché quando perdo ci sto male 3 giorni, mi riprendo il giovedì (ride, ndr)”.
Ha rivisto la sfida tra Palermo e Savoia per studiare gli oplontini nella partita migliore della stagione?
“Io veramente ho studiato, fino a stamattina, Savoia-Nola. La stiamo preparando con il match-analyst, e cercheremo di capire dove potergli fare male. E dove ci possono fare male”.
Diakitè viene da un momento di condizione veramente incredibile avendo deciso sia la sfida con il Palermo che quella con il Nola, ha già studiato come poter fermare questo momento dell’attaccante?
“E’ uno dei punti di forza di questo Savoia. I due giocatori di colore (Diakitè e Osuji, ndr) sono i più temibili, e Diakitè è il giocatore più in forma di questa squadra. Io comunque credo di avere una linea difensiva forte. Abbiamo preso appena 12 gol, se tu togli la prima con il Castrovillari, questa è una squadra che ha subito davvero poco. Mi affido alla fase difensiva di questa squadra, che fino ad oggi, dopo Castrovillari è stata un crescendo. Non ci sono tante alchimie, solo tanto lavoro alle spalle. Bisogna fermarlo con quello, con il lavoro. E’ una partita che va preparata in modo minuzioso come stiamo facendo, e poi affidarsi alla nostra condizione fisica, mentale e tattica. Io credo che sarà una gran bella partita, sia quella con il Savoia che quella con il Palermo. Non vedrete marcature a uomo”.
Quanto è importante avere una rosa con molteplici opportunità e di altissimo valore? Mi spiego meglio, quanto è importante trovarsi in difficoltà, voltarsi in panchina e vedere gente come Tarascio, Bacio terracino, Manzo e Colombatti che fanno della sua rosa sicuramente una delle più complete dell’intero campionato
“E’ importantissimo. C’è stata una domenica che avevo 10 giocatori fuori, e io immagino con una rosa decimata le difficoltà che avrei avuto. E’ importantissimo che io possa fare staffetta Ruggiero-Tarascio, Impagliazzo-Colombatti. Noi siamo a Giugliano, una piazza importante, non possiamo permetterci un cambio con Tarascio che esce ed entra Agovino. Non è la stessa cosa. Noi siamo una buona squadra, con una buonissima rosa. E questo mi aiuta nelle scelte iniziali e a gara in corso. Perché molte volte sui cambi abbiamo fatto molto bene. La prova è il cambio, appunto, Ruggiero per Tarascio. Perché so che danno continuità al gioco, senza perdere assolutamente niente. E questo ti da i punti”.