La disperazione del giovane nerostellato classe 2001 dopo la clamorosa traversa nella finale con il Giugliano, una scena drammatica che entra nella storia di questa stagione
NAPOLI - Il calcio è crudele. E’ uno sport che riesce a cambiare tutto per una questione di centimetri, di cambiare il mondo, le prospettive, un’annata intera. Ne sa qualcosa la Frattese, un anno al comando, due match point sprecati e uno sconforto totale. La stagione dei nerostellati poteva cambiare al minuto 85 quando il 2001 Capasso con una magia ha colpito una traversa incredibile. La scena più bella, ma anche drammatica dell’intera stagione sono le lacrime e la disperazione dopo il tiro del giovanissimo Capasso, inconsolabile, quasi premonitrici di quello che da lì a qualche minuto sapeva cosa stava per succedere. Il piccolo Capasso Sossio Emanuele non si capacitava, tanto che è arrivato Posillipo dalla difesa a consolarlo, per chi era presente al Menti una scena “straziante” di chi da eroe e difensore della sua città ha mancato la gloria per una questione di centimetri. E allora ci viene in mente l’intervento del grande giornalista Nico Erbaggio che in diretta radiofonica ci ha ricordato la traversa di Pinilla in Cile-Brasile e il suo tatuaggio “ad un centimetro dalla gloria”. Capasso come Pinilla ci viene da pensare, due eroi drammatici del nostro sport vittime di un destino crudele che non li ha consacrati. Con una differenza: per Pinilla non ci sarà un’altra occasione, il piccolo Sossio Emanuele avrà un’altra chance, domenica contro il Gladiator per portare la sua Frattese in D. Provaci ancora Sossio Emanuele, le sue lacrime e la sua disperazione ci hanno emozionato, il calcio è crudele ma premia anche gli eroi come coraggiosi come Capasso che ci credono e che hanno talento. E chissà che allo Ianniello la dea bendata non asciughi le sue lacrime trasformandole in una gioia incontenibile.