Il tecnico ripercorre la cavalcata trionfale fino alle lacrime di Mugnano e annuncia le sue dimissioni: “Stagione irripetibile, voglio conservare un buon ricordo con tutto l’ambiente”
Il nuovo che avanza. Tempo fa andava in voga questo spot elettorale per esaltare le novità e la freschezza politica di taluni candidati. Affermazione che sembra ritagliata apposta per Antonio De Stefano, giovanissimo allenatore del Bacoli neo promosso in Eccellenza con uno score pazzesco avendo concluso il torneo anche con la miglior difesa e il miglior attacco, un tecnico poco reclamizzato, ma un allenatore che a 36 anni ha idee chiare, un calcio all’avanguardia e capacità dialettiche non comuni e soprattutto come ci ripete: “so parlare al cuore dei giocatori”, una dote fondamentale per chi fa l’allenatore, il sapere costruire una macchina da guerra che gioca per la maglia, che sposa un progetto e lo fa diventare la sua seconda pelle. Giovane, ma molto preparato, con un passato importante da calciatore e un futuro da tecnico che si prevede roseo, con un torneo appena vinto alle spalle con la formazione meno accreditata, una neopromossa che ha sbaragliato la concorrenza di team dal blasone importante come l’Ischia o dai budget sontuosi come l’Afro, De Stefano si è segnalato come una delle facce nuove e belle del panorama campano, un personaggio che porta aria fresca a tutta la regione e che si propone come un volto destinato a crescere ancora e a diventare uno dei protagonisti principali del nostro calcio.
Mister, un successo super, ma i presupposti ad inizio stagione non erano dei migliori…
“E’ vero, dopo il via vai di dirigenti e calciatori, ci ritrovammo con una rosa ridotta all’osso e per assurdo solo con 3-4 under disponibili, nessuno avrebbe scommesso un centesimo sulla Sibilla. Questo sta a testimoniare che quando hai una societa’ forte alle spalle che ti permette di lavorare e far stare tranquilli i tuoi calciatori, ogni traguardo e’ possibile, anche quando nel tuo girone ci sono delle corazzate come la Nuova Ischia, l’Afro Napoli, il Monte di Procida e all’epoca lo Stasia”.
Quale è stato il momento chiave della stagione?
“La vittoria nello scontro diretto contro l’Ischia al Chiovato, quel successo ci diede l’opportunita’ di balzare al comando proprio a + 1 sugli isolani e considerando che avevamo Mazzeo squalificato fu proprio in quel momento che ebbi la consapevolezza che potevamo crederci fino in fondo”.
Il ricordo più bello?
“L’apoteosi l’abbiamo raggiunta nella gara del 5 aprile al Vallefuoco di Mugnano in una gara al cardiopalma, con il successo in rimonta al 94′ per 2-3. L’emozione fu talmente grande che scoppiai a piangere, quelle lacrime a fine gara non le dimentichero’ mai, il calcio e’ straordinario proprio per questo”.
E adesso nel futuro c’è l’Eccellenza con il Bacoli…
“No. Ho rassegnato le dimissioni, la società è già informata, la mia avventura a Bacoli finisce qua”
Una notizia choc per tutti i tifosi flegrei. Come mai?
“E’ stata una stagione straordinaria, forse irripetibile e paradossalmente proprio per questo motivo credo sia piu’ giusto che la mia avventura sotto al castello termini qui. In questi mesi e’ stato talmente forte il legame con l’ambiente bacolese che preferisco lasciare un buon ricordo. Ringrazio di cuore il presidente Gennaro Capuano che mi ha dato la grande opportunita’ di allenare in una piazza cosi’ importante, cosi’ prestigiosa e grazie soprattutto per aver puntato prima sull’uomo e poi sull’allenatore. Grazie di cuore al grande Tommaso Carannante, a Pino Tammaro,Gennaro Della Ragione, il Dottor Punziano, Rita Cocca, Alfonsino Somma e allo straordinario amico magazziniere Policano, che insieme ai miei guerrieri (non finiro’ mai di essergli grato) e al mio fedelissimo collaboratore Enzo Nominato hanno reso possibile un traguardo che all’inizio sembrava impossibile”.
E cosa c’è nel futuro di Antonio De Stefano?
“Adesso sono pronto per un’altra avventura a prescindere dalla categoria, cerco il progetto giusto e una società che mi dia la possibilità di lavorare e esprimere le mie idee, sembrerà strano ma anche se e’ appena finita il campo gia’ mi manca”.