Il patron si confessa toccando più temi e sulla fine della Real Albanova non ha peli sulla lingua: “Era un progetto nato sul nulla”
“Il mio sogno è regalare una gioia a tutto il popolo di Casale”. Si apre con una speranza la bella chiacchierata con il patron dell’Albanova Giuseppe Zippo. Tanti i temi toccati, con il numero uno che con la sua solita naturalezza e la sua classe ha risposto ad ogni punto, spendendo parole dolci per Acerra e per tutti coloro che lo stanno accompagnando in questa avventura.
Partiamo dall’anno scorso, che campionato è stato?
“Una bellissima esperienza. Ricordiamoci che eravamo una matricola e come tutte le matricole abbiamo pagato lo scotto del primo anno. Ho avuto qualche delusione sul piano umano, non parlo del mister e dell’avvocato Vitale che ringrazio di cuore e di cui serbo un ricordo straordinario. A loro imputo un’unica colpa: quella di non aver osato nel mercato di dicembre, forse si poteva fare qualcosina in più. Per il resto il risultato è stato soddisfacente, partendo dal presupposto che eravamo una matricola”.
Come mai la decisione di cambiare?
“La decisione è stata presa per dare una scossa, come avete visto c’è stato un cambio al vertice dove abbiamo scelto come presidente il dottor Petrillo che è l’emblema del calcio a Casale. Si è cambiato per ripartire ma il mister è stato eccezionale e soprattutto ringrazio di cuore Vitale che ci ha dato un tocco di professionalità che in queste categorie è raro”.
C’è stato un momento a maggio dove sembrava che volessi ripartire da Acerra…
“Sì è vero. Volevo andare ad Acerra perchè non riuscivo più a sopportare le polemiche spicciole con quelli della Real Albanova, sono abituato a frequentare persone diverse e questi continui conflitti non mi lasciavano sereno, poi Acerra è il paese di mamma ci sono affezionato e mi sembrava un’ottima idea. Successivamente gli imprenditori locali e il dottor Petrillo mi hanno convinto a tornare indietro. Restano due grandissime piazze, anche se Acerra non ha le strutture. Non è possibile che un comune di 60mila abitanti sia ridotto in queste condizioni, voglio lanciare un appello all’amministrazione locale: vi rendete conto di quello che state facendo? Il popolo acerrano non merita questo, Acerra ha un tifo straordinario, non può non avere lo stadio”.
Un pensiero sulla fine del Real Albanova..
“E’ stato un progetto nato sul nulla, questa è la fine che fanno quando i progetti non hanno una base solida. Avevo pronosticato tutto già ad ottobre scorso, Corvino mi chiamò per farmi entrare in società e sin dal primo momento mi sono rifiutato. Troppe persone che si sentivano padroni di parlare, nel mio modo di vedere il calcio c’è bisogno di persone che si prendono responsabilità, non ci ho visto chiaro e sono andato per la mia strada”.
Come è cominciata la vostra stagione? Un mercato importante…
“Mi preme ringraziare innanzitutto mister De Stefano, la sua umiltà e la dedizione al lavoro mi hanno impressionato. Lui ha voluto una squadra forte negli 11 e soprattutto negli over, ha un suo credo tattico e un calcio spregiudicato. Abbiamo fatto di tutto per accontentarlo e credo ci siamo riusciti con attenzione anche al budget. Siamo una squadra competitiva. Sono contentissimo degli uomini, del mister e del direttore, si sta creando un mix importante”.
Sui social hai parlato di una ciliegina…
“Dovrebbe arrivare un centrocampista, lavoriamo su più nomi sperando di chiudere quello giusto. Successivamente il mercato sarà chiuso (salvo occasioni che dovessero presentarsi) se non per operazioni di under. Bravi Lanzillo, mio fratello e il mister che hanno convinto a scendere giocatori importanti di categoria superiore, eccezionali a fare un grande mercato”.
Che campionato ti aspetti?
“Innanzittutto la Maddalonese che è andata in Eccellenza è acqua santa scesa dal cielo per la squadra che ha fatto. E’ prematuro dire dove possiamo arrivare, bisogna capire il girone e le avversarie per dire che ruolo può recitare l’Albanova. Siamo sicuramente competitivi, non partiamo per vincere, ma per essere protagonisti”.
Quale è il tuo sogno?
“Dare una gioia a tutti. E’ il quinto che siamo insieme ed è giunto il tempo di regalare una soddisfazione. Vorrei consegnare l’Eccellenza al popolo casalese, portare il calcio che conta. Vogliamo essere gli apripista, poi ci sarà bisogno di altre forze per essere competitivi. Mi sta meravigliando il calore degli altri imprenditori, noi lasciamo le porte aperte a tutti ma è importante non creare confusione, seguire delle regole e tutto deve essere fatto per il bene dell’Albanova e non per fini personali”.