Il Dg corallino parla del momento che vive il calcio a causa del coronavirus analizzando la situazione in casa Turris sul presente e il prossimo futuro
TORRE DEL GRECO (NA) - L’emergenza COVID-19 che ha investito anche il calcio italiano ha creato un grosso punto interrogativo sul futuro di tante società che restano nel limbo in attesa che qualcosa si muova. Tra le società maggiormente interessate alle decisioni in merito alla conclusione dei campionati c’è la Turris, attualmente prima nel girone G di Serie D.
A Campania Football, il direttore generale dei corallini Rosario Primicile spiega come la società corallina vive questo momento di empasse.
L’emergenza ha fermato i campionati nella loro fase cruciale come avete vissuto inizialmente la decisione?
Non bene, purtroppo sapere di non poter fare ciò che più ti piace è dura. Il calcio per me, come per tutti quelli che appartengono a questo mondo, è amore, passione e sapere di non vedere più i nostri tifosi per chissà quanto tempo fa male. L’interruzione è stata un duro colpo ma è anche la decisione più giusta.
Come ha vissuto la squadra questa situazione nello spogliatoio?
Inizialmente i ragazzi, un po’ come tutti, non avevano percepito la reale situazione, ascoltando i media poi hanno capito la gravità ed un po’ di preoccupazione è montata. Per questo avevamo già pensato di sospendere gli allenamenti cosa che poi abbiamo attuato per salvaguardare la salute dei nostri calciatori.
Come giudica le sospensioni non avvenute in maniera univoca tra professionisti e dilettanti?
Il presidente Sibilia è stato bravo ad essere fermo nella sua decisione sospendendo non appena possibile i campionati dilettantistici. Lui ha potuto agire senza indugi perché a differenza dei professionisti nei dilettanti il calendario non è fitto come quello dalla Serie A alla Serie C.
Secondo lei quale sarà il futuro della Serie D?
Bella domanda ma credo che nemmeno gli scienziati possano rispondere. Al momento l’unico futuro a cui bisogna pensare è quello di tutti i giorni, prima sconfiggeremo questo virus e prima potremo capire quale possa essere il futuro dei campionati di calcio.
Sono state fatte varie ipotesi per concludere la stagione, quale sarebbe secondo lei la soluzione più giusta?
In realtà non ci ho pensato ma ritengo sia giusto prendere in considerazione la classifica all’ultima giornata disputata interamente, procedendo così per la griglia finale premiando i meriti acquisiti sul campo. Sarei di parte se parlassi della Turris, penso a tutte quelle squadre che hanno investito tanto e si trovano nella nostra stessa condizione anche nelle serie superiori come Benevento o Monza.
Quale invece pensa sarà la più probabile?
Tutto è legato alle decisioni che la UEFA prenderà nella riunione di martedì prossimo. L’emergenza non è più solo un problema nazionale bensì di tutta Europa visto che si sono registrati casi un po’ ovunque ma realisticamente credo che i campionati saranno annullati.
C’è il rischio che la Serie C possa sfumare ancora una volta?
Purtroppo il rischio c’è e sinceramente non so che dirle, forse non è destino che la Turris vada in C (ride, ndr). Se realmente non dovessimo riuscire ad approdare nei professionisti sarebbe davvero dura digerire di aver perso la promozione per un motivo extra calcistico e non per questioni di campo.
Nel caso non venisse assegnata la vittoria finale come si muoverà la Turris?
Non lo sappiamo ancora cosa faremo ma non essere promossi sarebbe una mazzata. Disputare un altro campionato di Serie D con le stesse ambizioni sarebbe impossibile , dopo gli investimenti fatti in questi anni, c’è il rischio che parecchie realtà possano scomparire in caso di mancata promozione.