L’intervento dell’avvocato Giulio Destratis
ROMA - Come si diventa componente degli organi di giustizia sportiva regionale che giudicano su società, dirigenti e calciatori? Nessun concorso, nessun esame. Si viene semplicemente “nominati”. La procedura utilizzata per l’individuazione di questi profili merita attenzione.
Il mese scorso, nell’area dedicata ai Comunicati Ufficiali dei siti dei Comitati LND, è apparso un C.U. nel quale si informava che entro il 25.6.2021 sarebbe stato possibile, tramite una piattaforma ad hoc, inviare la manifestazione di interesse a ricoprire le cariche nella giustizia sportiva regionale unitamente al proprio cv. Un “bando” così importante avrebbe senz’altro meritato maggiore pubblicità e condivisione, anche tenuto conto del fatto che questi rilevanti incarichi vengono conferiti solo ogni 4 anni.
Ad esempio, in Puglia il Comitato Regionale non ha ritenuto di dover pubblicare la notizia né tra le news sempre visibili e rintracciabili quotidianamente sulla pagina principale del sito internet, né sulla propria pagina Facebook ufficiale. E così anche gli altri Comitati, salvo isolatissime eccezioni. Perché mai tenere così riservata la notizia? Perché non è stata data un’adeguata informazione ai professionisti del diritto potenzialmente interessati? In buona sostanza, si poteva venire a conoscenza della possibilità di candidarsi solo attraverso la lettura di quell’unico comunicato ufficiale dove è apparso l’annuncio e che, trovandosi in una sotto-pagina dei siti, finisce ben presto nel dimenticatoio, oppure attraverso il passaparola tra gli amici informati. Troppo poco per garantire il principio della trasparenza.
Io stesso, che per passione ed interesse professionale mi informo con regolarità, sono venuto a conoscenza della richiesta di manifestazione di interesse solo nell’ultimo giorno utile. Verificherò ora il rispetto meticoloso delle procedure di valutazione e di comparazione dei curriculum.
Quali erano i requisiti per proporre la candidatura? Laurea in giurisprudenza o, paradossalmente, un diploma di scuola secondaria superiore purché si potesse dimostrasse un tesseramento per la FIGC di almeno 3 anni o un’esperienza di 5 anni maturata nell’ordinamento sportivo. Troppo poco per garantire la specializzazione in ruoli giurisdizionali così delicati, in un ambito dilettantistico dove comunque sono previste sanzioni pecuniarie salate e lunghe squalifiche.
La valutazione dei curriculum spetterà ad una non meglio precisata “commissione”. Poi sarà il Consiglio Federale FIGC, su proposta del Presidente Federale, a “nominare” i giudici sportivi territoriali. L’augurio che mi faccio e che faccio agli addetti ai lavori, è che si intenda procedere, contestualmente alla nomina, alla pubblicazione dei c.v. di tutti i nominati. Presumibilmente le nuove nomine saranno rese pubbliche entro la fine del mese corrente, giacché il Consiglio Federale ha prorogato sino al 31 luglio le attuali composizioni degli organi di giustizia sportiva territoriali.
Occorre infine aggiungere che, così come quello di dirigente federale, l’incarico di giudice sportivo territoriale garantisce anche il possesso della “tessera federale”, ambitissimo (per alcuni) tesserino con il quale si può entrare gratuitamente in tutti gli stadi italiani per vedere le partite dalla Serie A alla Terza Categoria, comodamente seduti in tribuna. Sarebbe interessante se i Comitati Regionali pubblicassero ogni anno su un Comunicato Ufficiale i nomi di tutti i possessori di tessera federale. Anche questa si chiama trasparenza.