Il tecnico salernitano: il calcio deve ripartire in sicurezza. Impensabile privare del botteghino il mondo dilettantistico
NAPOLI - L’identikit dell’ospite di Campania football live; anni: quarantasette; professione: allenatore; segni particolari: eterno sognatore. Brillante carriera nei settori giovanili di Napoli, Salernitana e Lecce; poi il salto nel calcio dei grandi: Mauro Chianese.
– Sorrentino: «Mister, buonasera. Il calcio deve ripartire? È giusto completare questa stagione o bisogna ripartire a Settembre?»
– Chianese: «Innazitutto il calcio deve ripartire; è un’ingiustizia sportiva nei confronti delle squadre che stanno e stavano primeggiando cristallizzare le classifiche, però non ci sono altri rimedi purtroppo. La mia preoccupazione è sul breve periodo. Sento parlare di ripresa dei campionati a porte chiuse: questa modalità è compatibile con il mondo dilettantistico? Questa categorie si finanziano con il botteghino e con gli sponsor, è possibile sostenere le spese di gestione senza gli incassi domenicali? In questo momento questa è la mia più grossa perplessità. Io vivo di calcio, questo sport è la mia unica professione, ma è impensabile poter riprende questa stagione. Il calcio deve ripartire, e aggiungo: deve farlo tutelando la sicurezza di tutti».
– Sorrentino: «Mister, hai lavorato tanto con i giovani: settori giovanili importati quali Napoli, Cava, Lecce, Salerno; è giusto garantire la presenza e la crescita dei giovani attraverso l’obbligatorietà dell’under?
– Chianese: «Premessa, se un giovane è bravo gioca con o senza regola; detto questo, credo che il calcio si stia orientando sempre più verso i giovani; parecchie società puntano alla valorizzazione dei giovani per finanziarsi; ma ripeto: un giovane valido non ha bisogno di una regola per giocare».
– Sorrentino: «Calciomercato, hai delle richieste per il prossimo anno?»
– Chianese: «Ci sono stati dei contatti, ma in questo momento è prematuro parlarle di calciomercato. Concentriamoci sul presente».
– Sorrentino: «Esiste la meritocrazia nel calcio?»
– Chianese: «Conosco tanti colleghi che smettono di giocare in A o in B e subito iniziano ad allenare in A o in B; poi ci sono tanti miei colleghi che hanno mangiato tanta polvere per dimostrare la loro bravura nel tempo e fanno ancora fatica. Forse perché non fanno parte di qualche scuderia? Detto questo, penso che molti presidenti stanno cambiando il loro modo di pensare ed agire. Credo nel lavoro, e credo che alla lunga venga ricompensato».