Gli irpini danno prova di una grandissima reazione di orgoglio dopo lo svantaggio iniziali di Lancini, mettendo sotto il Palermo e colpendo anche due legni nel giro di un'ora. A salvare i lupi ci pensa Tito dal dischetto

PALERMO - Esce con qualche ferita e con una prova di grande carattere dallo stadio Barbera l’Avellino di mister Braglia, che ferma sul pareggio il Palermo.
Il punto guadagnato in esterna permette ai campani di mantenere il ritmo alla corsa playoff, raggiungendo quota 17 punti – al pari di Paganese e Virtus Francavilla. Non sorride particolarmente il Palermo, che perde una ghiotta occasione per raggiungere il secondo posto a 22 punti e diventare la prima inseguitrice del Bari.

LANCINI GELA L’AVELLINO – Inizia con il freno a mano tirato la sfida del Barbera tra Palermo e Avellino. Il primo quarto d’ora di gioco stenta a far decollare qualche emozione: il Palermo prova a tenere il pallino della sfida, ma il giro palla è a tratti sterile; non fa meglio l’Avellino, che si rintana soprattutto nella propria trequarti per poi ripartire in contropiede. A rompere il ghiaccio in una sfida così bloccata ci pensa il Palermo, che al primo vero affondo trova la rete del vantaggio. Su un calcio d’angolo battuto al centro Lancini va via a Silvestri e supera di testa con veemenza Forte. La rete è una doccia fredda per gli irpini, che sono costretti ad abbandonare il proprio atteggiamento per rincorrere il pareggio.

IRPINI ALLA CARICA, CAMBIA LA GARA – La sberla di Lancini sveglia l’Avellino, che aumenta in poco tempo di molto i giri del motore. Al 21′ ci prova un altro difensore a rimettere in pari la gara, ma il colpo di testa di Silvestri su punizione di Tito non inquadra la porta.
Alla mezz’ora circa di gioco sale in cattedra nella compagine irpina il solito Di Gaudio, incontenibile per la difesa rosanero. Le sue conclusioni però, prima al 25′ e poi al 29′, terminano tra le braccia di Pelagotti, che non deve sudare più di tanto. La linea difensiva palermitana, invece, è in evidente affanno nel limitare le sgroppate del duo Di Gaudio e Kanoute, rischiando di capitolare al 37′. In seguito ad un’azione prolungata dell’Avellino, Buttaro salva su Kanoute. Sulla palla vagante si fionda subito Tito, il quale crossa benissimo per la girata di testa di Di Gaudio che colpisce il palo interno e vede la sfera terminare tra le braccia di Pelagotti.

POMERIGGIO ROSSO AL BARBERA – L’Avellino entra in campo nella ripresa con lo stesso atteggiamento del primo tempo e cerca subito di mettere alle corse il Palermo. I siciliani si salvano infatti al 53′, quando Plescia va via sul filo del fuorigioco, ma Il suo sinistro è da dimenticare da buona posizione. Pochi frangenti dopo è Kanoute a divorarsi la rete del pareggio tutto solo in area, spedendo fuori un cioccolatino di Tito.
La gara prende poi una piega decisa a partire dal 58′, quando Doda riceve il suo secondo cartellino giallo e lascia così il Palermo in dieci uomini contro un arrembante Avellino. La superiorità dura però solo sette minuti, perché al 65′ Rizzo strattona al limite dell’area Valente e viene mandato sotto la doccia anzitempo con un rosso diretto – per chiara occasione da gol. Le due espulsioni faranno saltare completamente gli schemi di gioco e ciò andrà a favore dell’Avellino.

TITO ROMPE LA MALEDIZIONE LEGNI – I lupi, non si fanno intimorire dal cartellino rosso ricevuto e al 73′ beccano il secondo legno di guornata: Pelagotti non trattiene un tiro di Mignanelli e sulla respinta si avventa Plescia, il quale in spaccata trova il palo.
La maledizione dei legni dell’Avellino si rompe al 76′, quando Peretti scivola e tocca Plescia quel tanto che basta al sig. Moriconi per decretare la massima punizione. Dal dischetto si presenta Tito, la cui conclusione mancina sul primo palo viene deviata da Pelagotti, ma non a sufficienza per evitare la rete del pareggio.
Il gol dell’1-1 dà ancora più energie alla formazione di mister Braglia, che però si deve accontentare al triplice fischio di un solo punto.

 

 

 


TABELLINO DELL’INCONTRO


PALERMO (4-4-2): Pelagotti; Doda, Buttaro, Lancini, Giron; De Rose (46′ Valente), Luperini, Dall’Oglio (75′ Crivello), Silipo (61′ Peretti); Fella (61′ Odjer), Brunori (71′ Soleri).

A disposizione: Massolo, Marong, Floriano, Marconi, Almici, Corona, Mauthe.

Allenatore: Giacomo Filippi


AVELLINO (4-2-3-1): Forte; Rizzo, Dossena, Silvestri (83′ Bove), Tito; Aloi (71′ D’Angelo), De Francesco (46′ Matera); Micovschi (71′ Mignanelli), Kanoute, Di Gaudio; Gagliano (46′ Plescia).

A disposizione: Pane, Sbraga, Messina, Mastalli.

Allenatore: Piero Braglia


ARBITRO: Davide Moriconi (sez. Roma 2)

ASSISTENTE 1: Pietro Lattanzi (sez. Milano)

ASSISTENTE 2: Marco Ceolin (sez. Treviso)

QUARTO UFFICIALE: Federico Longo (sez. Paola)


RETI: 14′ Lancini (P), 77′ rig. Tito (A)

AMMONIZIONI: De Rose (P), Dossena (A), Fella (P), Silvestri (A), Soleri (P)

ESPULSIONI: al 58′ Doda per somma di ammonizioni (P), al 65′ Rizzo per chiara occasione da gol (A)