Le parole del consulente sportivo Peppe Scotti alla vigilia del nuovo format di Eccellenza

Quando siamo alla vigilia dell’avvio del nuovo format di Eccellenza, abbiamo intervistato il consulente sportivo Peppe Scotti. La new entry Renato Ricci è solo l’ultimo arrivato di una lista importante con calciatori come Pisani, Malafronte, Saurino, e Vitiello. L’intervista completa:

Dalla tanto agognata ripresa a tutto il difficile periodo, come sono stati questi mesi?

Tutti noi abbiamo davvero sofferto tanto durante questo stop. La pandemia ha messo tutti a dura prova, stare lontano dai campi, rinunciare al proprio lavoro, alla propria vita, non è stato semplice per nessuno, anzi. Ora si ricomincia e non poteva esserci notizia più bella“.

Ripresa si, ma con format, condizioni e tempi ben diversi.

Gioco forza toccava stravolgere tanti aspetti per consentire di riprendere l’attività, meglio questo che mandare in fumo l’intera stagione. Toccherà valutare tanti dettagli, non sarà facile ripartire, si giocherà gran parte del torneo col caldo, spesso ogni 4 giorni, con incognite legate al virus da cui difendersi“.

In Campania si sperava in un numero di adesioni superiore.

Vero, ma questa ecatombe era prevedibile. Il nostro calcio è in sofferenza da diversi anni e la serie D lo dimostra in maniera lapalissiana. In Eccellenza abbiamo diverse compagini che sono ripartite semplicemente perché non si retrocede, non perché abbiano ambizioni o programmi importanti, il che, sia chiaro, non per forza significa lottare per il vertice, massimo rispetto e considerazione anche per società meno ambiziose ma che abbiano progettualità, parola a mio modo di vedere da tanti usata senza la minimissima cognizione”.

Un mercato che nelle ultime settimane si è vivacizzato molto.

Si, con questo format, è normale che molte società che prima non puntavano alla D, ora su 2/3 mesi dicono provo a giocarmela. Lecito pensarlo per carità, ma, nonostante le tante incognite e le tante varianti del caso, dico che per tante questo pensiero resterà teoria. A mio avviso il mercato più importante lo hanno fatto le società che hanno trattenuto tutti i propri top player (con sacrifici ovvio) ed hanno integrato poche operazioni ma mirate. Chi ha stravolto tutto, pur prendendo giocatori molto importanti, ha di contro il poco tempo per permettere ad allenatore e calciatori di lavorare e oliare meccanismi, e quindi ricorre molto di più al singolo che al collettivo, cosa non sempre proficua”