Il capitano dei casertani: "Ripresa? Complicato in Serie A, figuriamoci nelle nostre categorie"
MARCIANISE (CE)- Il momento di stop del calcio, legato alla diffusione del Coronavirus, ha costretto le squadre nel mondo dei dilettanti a una frenata che dura da oltre un mese e mezzo. In casa Marcianise abbiamo ascoltato le impressioni di Pietro Famiano, ex calciatore di Triestina, Foggia, Rimini, Gubbio e Potenza. Il capitano del team casertano, ex anche di Giugliano, Turris, Battipagliese, Gladiator e Nocerina, ci ha concesso qualche battuta sul delicato momento che stiamo vivendo.
Famiano sulla quarantena forzata
“Sto vivendo questo momento, sicuramente particolare, cercando di rispettare tutte le ordinanze governative. Sto uscendo pochissimo, solo per le esigenze come giusto che sia. Guardando il lato positivo abbiamo la possibilità di stare più tempo con le nostre famiglie. Speriamo però che questa situazione finisca presto, ci manca la vita quotidiana. E’ dura rimanere a casa per cosi tanti giorni“.
Il capitano del Marcianise sullo stop
“Siamo fermi da oltre un mese. Lo staff tecnico ci ha dato un programma di lavoro da seguire. Ovviamente non è semplice perchè non tutti hanno spazio e attrezzature necessarie. Ci siamo comunque organizzati, resta fondamentale però trovare le motivazioni giuste, e soprattutto mentalmente trovare la voglia per allenarsi bene”.
Famiano sulla ripartenza
“La vedo dura. Si stanno trovando problemi, al riguardo, in Serie A e B, figuriamoci noi tra i dilettanti. Speriamo si risolva tutto al più presto. Servono condizioni dal punto di vista sanitario impeccabili per ripartire. In Serie D ed Eccellenza non credo ci siano le strutture necessarie per salvaguardare la salute di tutti i tesserati. Mancano allenamenti e le partite domenicali, ma affrettare i tempi sarebbe stupido. E’ sicuramente un peccato per le società che avevano investito per il salto di categoria nei vari campionati”.
Maggiore tutela nel dilettantismo
“Nelle nostre categorie in molti vivono di calcio. Allenandoti praticamente tutti i giorni diventa un lavoro in tutti i sensi. Servirebbe maggiore tutela per i calciatori di Serie D e soprattutto Eccellenza. Servono regole nuove e dei contratti che portino il movimento verso un vero e proprio semiprofessionismo”.