All'Università San Raffaele di Roma, l'estremo difensore consegue la laurea in "Calcio", entrando di diritto nella lista dei famosi giocatori-laureati con una tesi sul nuovo mondo del portiere

CASTELLAMMARE DI STABIA - Tornato ad essere l’estremo difensore della Juve Stabia a partire da questa stagione, Danilo Russo ha raggiunto incredibilmente un altro, nuovo, ulteriore traguardo importante nella sua carriera. Il ragazzo 32 enne natio di Pompei, infatti, si è iscritto all’albo dei giocatori che, nonostante la loro occupazione di atleti professionisti, vantano anche dei riconoscimenti in ambito scolastico – esempi chiari sono Giorgio Chiellini, laureato in Business Administration, o anche Lorenzo De Silvestri, laureato in Economia e Management dello Sport.
Con una valutazione, dunque, di 95/100 all’Università Telematica San Raffaele di Roma, Russo consegue la laurea in Scienze Motorie indirizzo Calcio, diventando il primo calciatore a conseguire tale risultato, raggiunto con tanto lavoro e tanti sacrifici.

L’intervista si apre con un Danilo Russo che ripensa subito al passato, a ciò che lo ha portato a raggiungere questo obiettivo:
“Grazie, grazie mille. È una cosa bella, dai, è una cosa che volevo da tanto tempo e solo negli ultimi anni sono riuscito ad ottenere.
Da piccolo, da ragazzo, mi piaceva molto studiare, molto andare a scuola. Finito il liceo mi sono iscritto a varie facoltà, ma è difficile conciliare studio e calcio, soprattutto all’inizio. Per cui, nei primi anni della mia carriera, ho deciso di concentrarmi più sul calcio che sul resto. Ora è arrivato il momento in cui ho avuto soddisfazioni nel calcio, soddisfazioni in famiglia ed era il momento giusto per aggredire questo nuovo aspetto.”

Si continua, successivamente, con la motivazione dietro cotanto lavoro, ciò che lo ha spinto a fare quello che desiderava:
“Sono molto soddisfatto di quello che è uscito fuori. Quanto potrà servirmi? Non lo so. So solo che per 15 anni ho fatto cose che mi dicevano di fare, chiedendo il perché ad altri. Ora è arrivato il momento di chiedere a me stesso il perché facevo e quindi sono andato a spulciare, ad entrare dentro e a capire concretamente cosa facevo in campo e cosa faccio tutt’ora in campo.”

IL PORTIERE MODERNO: RUOLO, TRAUMATOLOGIA E PREVENZIONE. È questo il titolo della tesi dell’estremo difensore delle vespe, che racconta come sia arrivato a comporre la sua produzione:
“Dall’affetto che nutro per questo ruolo. Nasce soprattutto dal fatto che due anni fa mi sono infortunato al legamento crociato anteriore e, dopodiché, volevo approfondire l’argomento. E non potendo approfondirlo in maniera dettagliata sotto forma medica, diciamo, l’ho approfondito alla larga. Quindi da qui è nato il titolo sul portiere, sul suo RUOLO, in quanto il portiere è da pochi anni che ha cambiato metodologia, nel senso che oramai il portiere è un valore aggiunto alla squadra, un punto di riferimento soprattutto in fase di costruzione ormai. Quindi la tesi la chiude grossi spunti su questo argomento. TRAUMATOLOGIA è stata trattata in che modo? Parlando, facendo questionari, sottoponendo questionari a 13 allenatori, a 13 allenatori di portieri che ho avuto nell’arco della mia carriera, a cui ho sottoposto tre domande:
1) Quali sono le caratteristiche fondamentali del portiere?
2) Da quali infortuni il portiere è angosciato nell’arco della sua carriera?
3) Quale prevenzione poter attuare? (E questa se è importante o meno).
Dalle risposte a queste domande è fuoriuscita tutta l’argomentazione della tesi. Invece, il terzo capitolo, PREVENZIONE, propongo un programma preventivo globale, quindi per atti inferiori e atti superiori e schiena, prettamente per il portiere.”

Si scherza, poi, sul fatto che all’università San Raffaele di Roma si sono fermati anche altri atleti che rivestivano lo stesso ruolo di Danilo e sul perché di tale dato:
“Non lo so, probabilmente si in questo caso. Sicuramente il portiere ha più tempo per pensare; il giocatore, nell’arco della partita, ha tempi più veloci, più frenetici. Il portiere ha dei tempi di attesa e quindi può stare lì a pensare a cosa fare, a cosa migliorare, ecco.”

Non poteva mancare una domanda sulla ragione per la quale il 32enne si sia avvicinato maggiormente a questo sport:
“Beh, io ho iniziato sin dai primi anni di vita a giocare a calcio, per cui è la mia vita, la mia passione e la mia più grande soddisfazione è quella di essere riuscito a fare della mia passione un lavoro.”

Alla base dei suoi studi vi è anche un’incredibile forza d’animo, che lo ha sorretto quando i vari infortuni si sono palesati:
“Assolutamente la forza d’animo, la forza di volontà, è fondamentale per superare un periodo, un momento di difficoltà. Questo se si parla di un infortunio, di un periodo difficile della vita, di un periodo difficile economico. Ogni momento difficile va superato con la testa e con la forza di andare avanti. Sicuramente abbatendosi non è il modo giusto per affrontare e superare i problemi. Per cui, quando mi sono infortunato dovevo dare una svolta in qualche modo alla mia vita e l’ho data soffermandomi su altri aspetti.”

L’intervista si conclude con le dediche dell’estremo difensore per questo traguardo raggiunto:
“Sicuramente a mia moglie, a mia madre, a mia figlia e al mio procuratore e a tutti gli amici. Ma soprattutto a me stesso.”

Foto credits: Juve Stabia Official Instagram Account