Il tecnico non è apparso colpito dalla prestazione della Paganese, brava nel fare la sua partita con le vespe. Piaciuto particolarmente l'atteggiamento dei ragazzi, che hanno mostrato carattere

CASTELLAMMARE DI STABIA - Partita coraggiosa, ma con errori comprensibili: è questa una prima lettura delle dichiarazioni post gara del tecnico della Juve Stabia Pasquale Padalino, apparso in conclusione abbastanza irritato dalla domanda di un giornalista che non ha condiviso la visione della prestazione corale delle vespe, definendola “da salvezza”.


A suo avviso le disattenzioni difensive sono frutto di errori individuali o di automatismi ancora non trovati? Questo aspetto la preoccupa eventualmente?

“Mi preoccupa perché alle volte ti può portare anche a subire gol. Ora lo devo rivedere, però a memoria in più di un’occasione siamo stati troppo fragili e poco determinati nel contrastare un avversario che spesso andava alla ricerca del duello individuale. Sicuramente ci sono stati degli errori individuali all’interno di altri errori di reparto, ma come in tutte le partite dove si vedono gol, al di là di come finisce la gara.”

Si sapeva che alla vigilia sarebbe stata difficile, in quanto le squadre di Erra ci hanno abituato a situazioni importanti. Si aspettava questa intensità e questa corsa degli azzurrostellati?

“Assolutamente si. Per me non è una sorpresa, come non lo sarà la prossima partita. In questo girone, e i ragazzi lo sanno, tutti hanno voglia di fare risultato con la ferocia di essere protagonisti, soprattutto quando incontrano squadre come la Juve Stabia o come altre protagoniste che sulla carta sono sempre considerate squadre di vertice o che comunque, come noi, arrivano da una retrocessione. Ci sono sempre dei buoni motivi per trovare di fronte un avversario che voglia a tutti i costi fare risultato, ma a me questa cosa non meraviglia. Mi stupisco che ci sia qualcuno a cui questa cosa stupisca.”

Pari amaro, frutto ancora di indecisioni difensive o di ancora poca concretezza sotto porta?
“È evidente che se fai la partita o provi a farla concedi delle ripartenze: questo è lo scotto che può pagare chi prova a giocare anziché liberarsi della palla e togliersi da qualsiasi responsabilità, cercando immediatamente la cosa più facile, cioè dare la palla in avanti. Fa parte del calcio, a tratti lo abbiamo fatto e lo dovremmo fare più spesso, però tante disattenzioni e tanti errori alle volte sono figlie di quelle manovre, le nostre trame di gioco. È più facile distruggere e poi provare a stare lì compatti per poi ripartire a campo aperto.
Noi questo abbiamo provato a dettare ai calciatori, lo stanno facendo, a volte bene e a volte meno bene. Sicuramente ci sarà ancora da lavorare.
Sotto porta mi preoccuperei molto di più se non ci arrivassimo, però i due pali fanno parte del gioco. Ci sono, peccato averli presi perché avrebbero fatto registrare una partita ed un risultato diverso. Dall’altra parte hanno giocato una partita maschia, hanno avuto le loro occasioni.
È un derby e all’interno di queste gare ci sta di fare ping pong.”

Ti aspettavi un 4-4-2 da parte della Paganese? E cos’è mancato per portare a casa i tre punti?
“4-4-2, 5-3-2, ovviamente non mi meraviglia, perché Erra fino ad oggi ha giocato così, con un 5-3-2: il quinto, in base all’altezza che raggiunge, si allinea con i centrocampisti e diventa un 4-4-2; quando si abbassa diventa nuovamente un 5-3-2.
Ma i moduli sono relativamente importanti, non mi ha meravigliato: ha fatto la partita che doveva fare e quindi non sono stato assolutamente colpito da questo.”

Dopo le convincenti prestazioni con Turris e Viterbese, nonostante non si sia andati oltre il pareggio oggi, come valuti la prestazione della Juve Stabia?
“Sicuramente abbiamo fatto delle partite migliori, ma non tutte le partite sono uguali. Ci sono anche gli avversari, c’è lo stato di forma, c’è la giornata no di alcuni, vanno considerate tante cose, ma nel complesso devo dire che i ragazzi sono stati in partita, hanno provato fino alla fine a fare risultato, soprattutto nel secondo tempo, anche se nel primo potevamo essere sul 2-0 tranquillamente con il palo colpito da Romero. Questo però non è un dato rilevante: la nostra condizione finirà di crescere quando tutti quanti chiederanno a sé stessi quel qualcosa di massimale che oggi non c’è e che all’interno di questa squadra non si può vedere.”

Qual è un aspetto positivo della gara di oggi? E uno negativo?
“Negativo, che dire, il non riuscire ad essere, per quello che produciamo e proviamo a fare, altrettanto risolutivi. Anche questo, però, è figlio di quello che dicevo prima, cioè se hai sempre la palla ti aspetti anche una realizzazione diversa ed una concretezza diversa; se invece ce l’hai meno vivi sulla sporadicità degli episodi e quindi non ti viene fatta questa eccessiva richiesta. Se voglio trovare proprio il pelo direi quest’aspetto.
Positivo che in queste partite, nonostante abbiamo creato e siamo stati per lunghi tratti padroni della situazione, le puoi anche perdere. I ragazzi nel secondo tempo hanno dato un’altra dimostrazione di essere forti mentalmente, anche fisicamente abbiamo tenuto bene fino alla fine, abbiamo colpito un palo al 93′ e anche questa ricerca di fare il risultato mi è piaciuta molto. Dobbiamo averla per tutti i 95 minuti.”

Dopo la prestazione di oggi, che sembrava una prestazione da salvezza, ha sempre dichiarato che l’obiettivo erano i playoff. Attraverso queste prestazioni crede di poter raggiungerli e in che vesti, da semplici partecipanti o da protagonisti?
“Molti campionati si vincono anche passando attraverso prestazioni che possono sembrare da salvezza (molto stizzito dalla domanda del giornalista, ndr). Questo significa che i ragazzi hanno carattere, perché nessuno ti regala niente, né in questo girone né in altri e neanche in categorie superiori.
Quindi io sono contento che i miei giocatori, a volte per portare il risultato a casa, possano passare per delle prestazioni che possono essere definite “da salvezza”.”