Un fenomeno dilagante, ci addentriamo in questo momento dove addirittura esistono categorie. Un sistema che fa male al calcio

NAPOLI - Allenatori sponsor nuovo capitolo. Come funziona, chi avvicina chi e quali sono le motivazioni che portano un tecnico a dover pagare per allenare. Nella vita di un cronista capitano dei colpi di fortuna, trovarsi al posto giusto nel momento giusto, la dea bendata ci mette la mano quando uno degli interlocutori parla a ruota libera non sapendo tu chi sei. Ed ecco che spuntano gli audio e le confessioni. Esistono diversi gradi di allenatore sponsor, c’è un intermediario (che non sveleremo per la legge sulla privacy essendo delicata la questione) che spiega come funziona. In un momento in cui il numero di allenatori supera di gran lunga quello delle squadre, con i tesserini per tecnici che volano a destra e sinistra, ecco che il sovrannumero ha generato un aumento dell’offerta a dispetto della domanda e creato questo fenomeno: l’allenatore sponsor. Ma qui bisogna fare grandissima attenzione: non occorre fare di tutta una erba un fascio perchè l’allenatore sponsor si suddivide in due categorie. Ce lo spiega questo intermediario, che ci racconta che negli anni ha portato avanti diverse operazioni di questo genere. E dunque, esiste l’allenatore sponsor che si propone da solo: la specie più comune. Contatta la società, si propone per poi menzionare nel suo curriculum anche la possibilità di aiutare la società, perchè oggi è difficile fare calcio, perchè quel presidente fa già tanti sacrifici e che grazie ad un aiuto potrebbe alleggerire i suoi pensieri magari facendo anche un campionato con ambizioni diverse. E’ la razza classica, quella che fa saltare tutte le idee di direttori sportivi e presidenti, che davanti al Dio denaro preferiscono un angolo di pace piuttosto che una appassionante tormenta sperando poi che quel tecnico faccia meno danni possibili. La seconda specie, invece, viene adescata. Si tratta di un profilo giovane, che ha difficoltà a trovare squadra, che da grande vuole fare l’allenatore ma che nonostante è super preparato non riesce a trovare squadra. E allora si avvicina lo squalo di turno che gli propone questa soluzione: “Non pensare che stai pagando per allenare, vedilo come un investimento perchè sei bravo e questo contributo ti aiuterà a farti conoscere ed a scalare categorie. E’ come un master”. Parole che illudono i giovani tecnici, che ci cascano perchè bramano di allenare ed hanno il fuoco dentro e sono anche capaci di indebitarsi pur di realizzare i propri sogni, con qualche tecnico (così ci dice il nostro intermediario) che chiede anche soldi alla famiglia pur di arrivare all’obiettivo. La storia è questa, c’è chi leggendo questo articolo potrà pensare che è tutta fantasia, chi invece dirà che è la legge di questo calcio. La verità è che chi conosce il nostro mondo sa che non è solo un racconto e che c’è più di un fondo di verità che non fa altro che danneggiare le povere vittime che sono quei tecnici che contano solo sulle loro forze.