Il giovane centrocampista napoletano classe 99 si racconta a 360°

Daniele, finalmente questa brutta stagione per te sul piano dei risultati sportivi è finita ….

Si è stata la mia più brutta stagione sportiva, infatti, non è andata come mi aspettavo ho sbagliato alcune scelte sia a settembre che a dicembre e le ho pagate.

Quest’anno hai vestito due casacche, ma purtroppo nei momenti peggiori della loro stagione …

E’ sta un’annata storto ho iniziato la stagione in Promozione con la Virtus Liburia e nei primi mesi tutto girava torto, infatti, eravamo costantemente nelle zone basse della classifica, a dicembre ho deciso di cambiare aria e pertanto sono andato a giocare nell’Eccellenza molisana belle file del Vulcania, ma è stata un’esperienza fallimentare, la società non ha mantenuto le promesse, ed ad uno ad uno hanno abbandonato i migliori elementi, e pertanto è stata quasi automatica la retrocessione.

Adesso per fortuna è finita, che obiettivi ti poni?

Cercherò di smaltire le tossine mentali rilassandomi per altre 2/3 settimane, poi valuterò le proposte che ho ricevuto da alcune compagini di serie D, cercherò soprattutto di non armi attrarre da finte promesse, di sicuro mi farò trovare pronto, allenandomi con la consueta passione e determinazione.

Vuoi descrivere ai lettori tecnicamente e tatticamente Daniele Giuliano …

Daniele Giuliano è soprattutto un uomo prima di essere calciatore, sono un giocatore con una buona tecnica molto veloce fisicamente e nel leggere la gara, ho un buon senso della posizione, posso giocare sia centralmente che sulla fascia.

Ripercorrendo la tua carriera qual  è il momento più bello e quello più brutto?

Sicuramente il momento più bello è stato vincere il derby con la maglia del Villa Literno contro l’Albanova con un mio assist, viceversa il più brutto è stato riprendersi dall’infortunio al ginocchio, ma fortunatamente ora ho recuperato al 100%.

Per concludere cosa salvi di questa stagione?

Sportivamente non c’è niente da salvare, salvo il fatto di aver incontrato persone con cui ho condiviso tanto e mi hanno aiutato a crescere calcisticamente è caratterialmente, perché il calcio è fatto prima di uomini e poi di calciatori, l’amicizia rimane invece le maglie cambiano.

Edgardo Spiezia